La vita è fatta di storie, di racconti che definiscono chi siamo stati e chi saremo. Le aziende, così come le persone, hanno un’identità ben precisa che deve essere raccontata ai consumatori per definire quelle che nel campo del marketing vengono chiamate brand awareness e brand loyalty. Affinché si possa raccontare la storia di un’azienda, di un brand e di un prodotto, lo step necessario è quello di rivolgersi all’arte dello storytelling.

Nel campo del management, lo storytelling viene definito da Wikipedia come “una disciplina ampia e articolata che, basandosi sui principi della narrazione applicata all’impresa, genera un vasto assortimento di strumenti cartacei, digitali e relazionali che possono essere applicati a diverse aree o funzioni aziendali”.

Nel marketing perciò lo storytelling non è altro che la modalità di racconto applicata alla storia dell’impresa e dei suoi prodotti. Potrebbe sembrare uno strumento superfluo ma in realtà lo storytelling è una tecnica che nasconde interessanti possibilità.

In tempi in cui quello che conta non è solo il prodotto, come lo presenti o come lo vendi, bensì come lo racconti, lo storytelling diventa lo strumento prediletto da parte dei marketers: attraverso una storia scritta, creata da fotografie o video, l’azienda ha la possibilità di raccontare il suo percorso e puntare così all’obiettivo finale, ossia un sempre più alto livello di engagement con i propri consumatori.

Fonte: www.clearmotive.ca

Quello che il consumatore di oggi richiede all’azienda è di parlare con voce umana, di instaurare un rapporto di fiducia reciproca che porti alla customer loyalty. Attraverso il Brand Journalism, nuova frontiera della comunicazione aziendale, tutto questo è possibile grazie ad una comunicazione giornaliera che consente al pubblico di conoscere da vicino le vicende dell’azienda.

Ma cos’è davvero il Brand Journalism? Come per molti strumenti del marketing, anche in questo caso non è facile trovare una definizione esaustiva. Secondo Andy Bull, autore ed esperto in materia, il BJ consiste in un “ibrido tra il giornalismo tradizionale, il marketing e le pubbliche relazioni”, dove l’obiettivo è di servirsi di tecniche giornalistiche per raccontare la storia della propria azienda al pubblico. Una definizione che non toglie tutti i dubbi a riguardo ma che definisce delle linee guida ben precise: attraverso il BJ, l’azienda si pone così allo stesso livello del consumatore, puntando meno sul ROI e sempre di più sulle esigenze del consumatore che viene coinvolto in un’esperienza olistica, ossia totalmente coinvolgente a livello emozionale e cognitivo.

Fare Brand Journalism significa perciò incorporare lo storytelling all’interno della strategia aziendale e puntare su engagement e fiducia da parte dei consumatori.

Fonte: www.prowly.com

Nell’era dei social network lo storytelling non può rimanere rilegato al proprio pubblico di consumatori fedeli ma deve puntare al viral marketing. Grazie a piattaforme quali Facebook, Instagram, YouTube e Twitter (solo per citarne alcune), le aziende ed i brand possono letteralmente raccontarsi ad un pubblico che si moltiplica e triplica nel giro di pochi minuti grazie alle condivisioni degli utenti.

Non a caso, social come Facebook sono nati con l’obiettivo finale di raccontarsi agli altri: post, album di fotografie e video sono condivisi ogni giorno da milioni di utenti che decidono di raccontare il proprio punto di vista tramite una piattaforma digitale. Oggi, non solo le persone fisiche, ma anche le aziende hanno la possibilità di raccontare la propria storia sui social network: grazie a contenuti di qualità creati su misura per ogni tipologia di consumatore, le aziende comunicano con un pubblico sempre più ampio che è interessato a conoscere la storia di un determinato prodotto. L’immediatezza ed il tono colloquiale dei social è la chiave per una comunicazione su misura che vede l’azienda porsi allo stesso livello del suo consumatore: dirette video, fotografie, sondaggi ed interviste sono solo alcuni degli strumenti messi a disposizione dai colossi del settore social.

A parole, si sa, non è facile convincere tutti. Per questo motivo, parlando proprio di social, abbiamo deciso di fare un ulteriore passo in avanti e mostrarvi case history di successo, ossia aziende e brand che hanno deciso di puntare su storytelling e social per attrarre l’audience moderno.

Tra queste aziende primeggia National Geographic, il canale televisivo di documentari non solo più famoso al mondo, ma anche più seguito sui social. Con 59 milioni di follower su Facebook e ben 74 su Instagram, al network va il merito di essersi innovato e di continuare a stare al passo con i tempi. Potete scordarvi i documentari noiosi di qualche anno fa, oggi NG è una piattaforma creata su misura per il consumatore finale: grazie ai suoi vari canali divisi per interessi, e grazie soprattutto ad una politica social molto presente fatta di sondaggi, contest, foto e video, oggi National Geographic costituisce il network di diffusione scientifica fatto su misura per il pubblico. Narrazione e sostenibilità fanno sì che il 27% dei ricavati della società vengano investiti per finanziare la ricerca scientifica e la conservazione.

Fonte: www.mediawiredaily.com

Non è sicuramente indietro con i tempi la NBA cha da poco ha deciso di raccontare visivamente il campo da basket tramite la sua app ufficiale. Senza i media, si sa, lo sport sarebbe seguito da poche persone nel mondo (circa l’1% del pubblico della pallacanestro è presente all’interno del palazzetto), così la NBA ha deciso di far vivere ai propri consumatori un’esperienza centrale: grazie all’app infatti, gli user possono votare i loro giocatori preferiti, nonché partecipare alle partite attraverso una “player’s angle” che permette una visione dall’interno del campo.

Che si tratti di intrattenimento, di sport, moda o qualsiasi altro prodotto, raccontarne la propria storia è diventato centrale in termini di strategie di comunicazione aziendale. Puntare all’engagement e meno al profitto immediato costituisce la chiave di volta del moderno metodo di marketing che, come abbiamo visto, è cucito addosso al consumatore finale.

FONTE:

https://it.wikipedia.org/wiki/Storytelling_management

https://www.insidemarketing.it/brand-journalism-aziende-e-giornalismo/

http://www.ninjamarketing.it/2017/01/27/contenuto-social-network-storytelling/

https://www.marketingweek.com/2017/03/28/national-geographic-power-storytelling-global-scale/